Se vi va bene bene se no seghe by Valerio Minnella

Se vi va bene bene se no seghe by Valerio Minnella

autore:Valerio Minnella [Valerio Minnella]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-05-20T22:00:00+00:00


Bologna, 22 aprile 1977, compagne in corteo. Dietro di loro la Sarabanda, mutevole ensemble musicale del movimento bolognese. Foto di Enrico Scuro, pubblicata per gentile concessione dell’autore.

Appunto, chi trasmette a Radio Alice? Chiunque. Che vuol dire singoli ma anche gruppi. Famoso è il gruppo delle femministe che spesso fanno una trasmissione di pomeriggio. Non vogliono uomini nello studio anche se poi, alla fine, ne capitano lo stesso.

WM1. Nel documentario di Guido Chiesa Alice è in paradiso (Fandango, 2002) a un certo punto Marzia Bisognin – figura storica dei movimenti bolognesi, all’epoca compagna di Luciano Capelli, anche nei decenni seguenti attivissima: scrittrice, blogger e soprattutto doula29 ed esperta di «training psicofonetico prenatale» – dice: «Io non mi ricordo donne in radio».

Valerio. Non credo intendesse che non c’erano donne in assoluto, probabilmente si riferiva al nucleo fondatore, ai primi tempi. Di certo il gruppo iniziale è composto pressoché interamente da maschi. In seguito il mondo che invade il paese delle meraviglie è pieno di donne. E succede anche questo: alcuni dei fondatori vengono lasciati dalle loro morose, che della coppia non vogliono più saperne. Questo gruppo di compagni in crisi fa una trasmissione intitolata Rasente i muri. È normale che una radio libera dia spazio alle femministe, non è scontato che i compagni elaborino insieme la crisi delle loro coppie dopo la presa di coscienza femminista delle morose. Prima di Alice, chi lo aveva fatto?

WM1. Il titolo fa riferimento al dover camminare, d’ora in poi, non al centro del marciapiede ma di lato, rasente i muri, appunto. Immagine molto bella, se pensiamo che proprio quell’anno Lotta Continua si scioglie come organizzazione politica nazionale, dopo la crisi irreversibile innescata dalla contestazione femminista del machismo che pervade il gruppo e in particolare il servizio d’ordine.

Valerio. La storia di Alice è piena di aneddoti bellissimi. Io un po’ per gli anni, e un po’ perché non me li sono trascritti, non li ricordo tutti. Molti li ho già raccontati in varie occasioni.

C’è sempre di mezzo il telefono, e la nostra idea di flusso creativo che non va mai interrotto. Un giorno arriva una chiamata, alziamo la cornetta e anziché la voce di un compagno che racconta cosa sta succedendo in piazza o una cosa che gli passa per la testa, anziché la richiesta di un pezzo di De André o di Albert Ayler, c’è un attimo di silenzio e poi parte un assolo di sax bellissimo, toccante, meraviglioso. Chiamava da casa? Da un teatro? Dov’era questo qua? Chi era? Non era un disco, era proprio uno che suonava, si sentiva il rumore dei tasti del sassofono. Ha deciso di telefonare e regalare questo contributo, ha fatto cinque minuti di trasmissione che nessuno aveva previsto. Chi ha avuto la fortuna di ascoltare in quel momento se l’è goduta.

Alice è bellissima.

Alice. Grazie!

Valerio. In ogni momento potevano esserci trasmissioni meravigliose e in ogni momento potevano esserci rotture di cazzo che la metà bastava. Dove tutto è lasciato al libero volere delle persone, sai benissimo che metà del lavoro che fai sarà di qualità inferiore.



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